01 | sapersi rileggere
In tutti i periodi dell’anno, non ho mai tempo a sufficienza, o almeno così mi sembra…
Per esempio, non so come si comportano gli altri che scrivono, ma io non rileggo gli articoli che scrivo una volta pubblicati, salvo rare eccezioni; non lo facevo in classe quando andavo a scuola per i temi di italiano, ho continuato a non farlo.
È un grave errore, perché uno dovrebbe imparare a sapersi rileggere a distanza di tempo, non solo per vedere quale parte di sé ha esternato al mondo, ma anche per vedere se e come è cambiato; è proprio allora che arriva il momento di riscriversi, reinventarsi, aggiornare…
Ma d’estate è diverso. Il valore del sudare, e chi se ne importa o del “mamma mia, è tardi” ma va bene lo stesso.
E allora,
partendo dall’immagine
e dai significati dello scrivere
(ormai per me è terapeutico)
che mi mette in relazione
innanzi tutto con me stesso,
ho pensato di regalarmi
qualche passo “dentro di me”
con la calma
che il tempo estivo sa donarmi.
Quante volte si vorrebbe che nella vita fosse “buona la prima”: rielaborare sembra dettato dalla imperfezione e invece scopri che “riprendere in mano” te stesso e sudarci sopra non è debolezza e imperfezione, ma cura di te stesso. Anche nella vita, sappiamo che ci sono i rimedi, ma dal medico non vorremmo mai andarci.
A volte scopro i me stesso la paura che ripensando alle cose, verrei a cozzare contro l’idea che ho di me stesso. Scivolare via, accontentarsi, giustificarsi… piuttosto che rimetterci mano nelle proprie cose, meglio fare un buco in più alla cintura, comprarsi vestiti comodi, che si vive bene lo stesso.
I due esempi sono assolutamente autobiografici.
Oltretutto, l'imparare ad apprezzare certe cose a cui non eri abituato ti dà l'opportunità di guardarne altre con occhi diversi, e a valorizzare quella diversità.
Entrare nel pallone appena ti trovi davanti a un imprevisto, ti vede costretto a deviare dallo standard che ti eri impartito.
Tu troverai una soluzione, solo se allenandoti e arrangiandoti, qualche volta avrai provato a inventare; un fuori schema non ha ami ucciso nessuno. Magari te lo ripeti anche, ma speri sempre che capiti ad un altro.
Così sul lavoro come in un giro in bici, se esci dalla mappa prestabilita saprai riprenderti.
Se scavi sotto la dura scorza della persona organizzata, stai tranquillo che un “nuovo” te stesso ti si avvinghierà e si affezionerà a te che nessuno mai prima…, e dirai: "Ma che vuole questo qua?".
Si potranno coniugare le buone qualità intellettuali con quelle creative? Lobo destro e lobo sinistro del cervello… non sia mai che vadano in corto circuito: meglio tenerli separati?
Una forma autentica di attenzione e libertà: riconsiderare il valore delle cose, fare in modo che non ti appesantiscano… può consistere nel possedere le cose, ma avendo cura di non farsi mai possedere da esse. Ovvero essere sempre pronti a farne a meno in funzione di un bene più grande.
Limitarsi o illudersi della propria “comfort zone” personale. È sempre dietro l’angolo.
Sapersi
rileggere… e sapersi riscrivere.
Perché, non si finisce mai.