attenzione all'altro: dialogo come stile della comunicazione

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In attesa della giornata di studio sulla Comunicazione costruttiva del giorno 3 maggio a Roma, l’incontro e una chiacchierata tra i vicoli della Capitale, all’uscita dalle lezioni dalla Lumsa, dove coordina un laboratorio in Giornalismo televisivo.
Lui è Fabio Bolzetta, 44 anni, giornalista inviato di TV2000, dove lavora da venti anni (dal 2002). 
È uno dei volti del telegiornale di TV2000 e, dopo “Detto tra noi”, “Mosaico”, “Nel Cuore dei Giorni” e “Bel tempo si spera”, attualmente conduce il programma di approfondimento con ospiti istituzionali “TGTG telegiornali a confronto”.

Ha cominciato la sua attività nel Comitato della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Roma nel Giubileo del 2000. 

  • Dottorando in Comunicazione Istituzionale presso la Pontificia Università Salesiana.
  • Insegna, come docente a contratto, nel Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università LUMSA di Roma.
  • Ogni mercoledì su “L’Osservatore Romano” cura la rubrica settimanale “In Rete”, dedicata alla presenza cattolica sul web. 

·       Ha scritto quattro libri:

  1. “Oltre la pandemia. Storie vere, anticorpi di speranza” (2020, edizioni Paoline). Al suo interno interviste al Cardinale Konrad Krajewsky, Elemosiniere Apostolico e al conduttore televisivo Piero Chiambretti. Ma anche le testimonianze di medici in prima linea, dal carcere, dalla scuola, e da persone senza fissa dimora che hanno vissuto il lockdown. La prefazione del libro è firmata da Andrea Monda, direttore de “L’Osservatore Romano”.
  2. “Il giornalismo fra televisione e web” (con A. Romeo, prefazione di Pier Cesare Rivoltella. 2019, FrancoAngeli editore) con il contributo, fra gli altri, di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana dal 2006 al 2016, sulla comunicazione della Rinuncia di Benedetto XVI.
  3. “Miracoli a Lourdes. Il racconto diretto di chi è stato guarito” (2018, Paoline) che, secondo la classifica pubblicata dal quotidiano “Avvenire”, nel febbraio 2019 è stato il libro più venduto nelle librerie religiose italiane.
  4. “Voci dal Terremoto. Storie tra macerie e rinascita per non dimenticare” (2017, Poiesis editrice). Presente al Salone del libro di Torino, i diritti d’autore hanno contribuito a finanziare il progetto promosso da Caritas italiana per sostenere i giovani che hanno scelto di restare nei territori colpiti dal sisma. Lo scrittore Andrea Camilleri ne ha letto un passo nel video ufficiale delle ricorrenze realizzato per Caritas italiana. 
  • Dal 2019 è il Presidente dell'Associazione dei Webmaster Cattolici Italiani (WECA). Tra i Soci fondatori: Fondazione Comunicazione e Cultura, Università Cattolica del S. Cuore di Milano, Diocesi di Roma, Arcidiocesi di Perugia - Città della Pieve.

In WECA ha curato circa 150 tutorial su Chiesa e comunicazione digitale. Durante il lockdown, attraverso la realizzazione di webinar, ha raccontato nei territori più colpiti l’impegno dei parroci, attraverso le tecnologie, per accorciare le distanze imposte dalla pandemia e mantenere vivo il valore delle comunità affidate loro.

All’interno dell’Associazione ha promosso la realizzazione di podcast e della skill “Webcattolici” per dispositivi compatibili con “Amazon Alexa” e la collaborazione, per la realizzazione di tutorial mensili sui temi di attualità ecclesiale e sociale, con il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano integrale e la Commissione Vaticana Covid-19. 

  • ·Scrive su "Avvenire" ed è impegnato in attività di formazione sulla comunicazione (anche) digitale in diocesi e parrocchie. 

fonte:
https://www.fabiobolzetta.it/mi-presento.htm

 

INTELLIGENZA ARTIFICIALE…  ANCHE I PRIMI SPETTATORI AL CINEMA SONO SCAPPATI DALLA SALA 

Parlando dei suoi contributi formativi in campo ecclesiale, abbiamo potuto scambiare alcune battute su una tematica che sempre più ci sta interrogando: come porsi da comunicatori nell’ambito Chiesa, nell’epoca dell’intelligenza artificiale?
Dalla curiosità alla paura, la gamma di sfumature sembrerebbe pressoché infinita.

La sensazione è che (esclusi i soliti smanettoni o patiti del digitale) l’ambito  - chiesa viva la cosa come l’ennesima modernità a cui far fronte: magari si perderà qualcosa dal punto di vista numerico, ma alla fine si riuscirà a “digerire” anche questo fenomeno.
Ma questo è forse il solo fronte ecclesiastico, gerarchico, ufficiale: ma è questo è rappresentativo di tutti coloro che abitano la rete, interagiscono, lavorano, progettano, fruiscono?

Se il riferimento è quello di “annunciare ad ogni creatura”, c’è da temere l’ennesimo lavoro al solo proprio orticello. 

In fatto di comunicazione e intelligenza artificiale, al giorno d’oggi, c’è un rischio reale di due visioni estreme: assuefazione e chiusura a confronto con vittimismo e autoreferenzialità, oltretutto con il rischio per entrambe di fissarci sul “produrre informazione” piuttosto che comunicare e accompagnare le persone.

Occorre una comunicazione mirata: più che su noi stessi (o la parte “in causa” da noi sostenuta) occorre attenzione e proposte mirate verso l’interlocutore.

I mezzi continuamente in evoluzione nell’ambito comunicativo (non ultima l’intelligenza artificiale), se possono facilitare il lavoro, questo dev’essere finalizzato a superare o ridurre distanze, differenze, gap e percezioni, -.

Da cosa muoversi, chi o cosa può indirizzare tutto questo?

Illusorio o fuorviante pensare a soluzioni imposte o esterne al comunicatore. Le distanze si vincono “consumando le scarpe da parte del comunicatore” e facendo a scelta prioritaria della cultura dell’incontro, frutto di relazione e attenzione alla persona.

 

L’evoluzione dei sistemi della cosiddetta “intelligenza artificiale” sta modificando in modo radicale anche l’informazione e la comunicazione e, attraverso di esse, alcune basi della convivenza civile. 

Si tratta di un cambiamento che coinvolge tutti, non solo i professionisti. L’accelerata diffusione di meravigliose invenzioni, il cui funzionamento e le cui potenzialità sono indecifrabili per la maggior parte di noi, suscita uno stupore che oscilla tra entusiasmo e disorientamento e ci pone inevitabilmente davanti a domande di fondo: cosa è dunque l’uomo, qual è la sua specificità e quale sarà il futuro di questa nostra specie chiamata homo sapiens nell’era delle intelligenze artificiali? 

Come possiamo rimanere pienamente umani e orientare verso il bene il cambiamento culturale in atto?

Papa Francesco

Messaggio per Giornata delle Comunicazioni Sociali 2024
“Intelligenza artificiale e sapienza del cuore:
per una comunicazione pienamente umana”

 

TRA IL DIRE E IL COMUNICARE… C’È DI MEZZO L’AMARE 

Puntando o illudendosi sui soli contenuti, cadiamo nel rischio autentico di “infodemia”: immersi un flusso perenne di dati (infosfera), rischia di valere qualsiasi cosa, pur di rimanere nel flusso… essere “sotto la luce dei riflettori”.
Se non c’è relazione, non può esserci comunicazione autentica.
Ci sono proprietà della comunicazione che hanno fondamentali implicazioni interpersonali:

“Ogni comunicazione
ha un aspetto di contenuto
e un aspetto di relazione
di modo che il secondo classifica il primo
ed è quindi metacomunicazione”

2° assioma di Watzlawick


Esistono due livelli di comunicazione.
Il primo è quello del contenuto, e indica cosa stai comunicando, il secondo è quello della relazione, e indica il tipo di relazione che vuoi instaurare con la persona a cui ti rivolgi.
I messaggi che gli esseri umani si scambiano tra loro non possono essere considerati semplici trasmissioni di informazioni.
Oltre al contenuto oggettivo del linguaggio, ossia i dati che esso trasmette in superficie, c’è anche un aspetto che definisce la relazione stessa dei soggetti interessati.
In sostanza, conta “che cosa diciamo” e anche “come lo diciamo”.
Ogni comunicazione comporta di fatto un aspetto di metacomunicazione che determina la relazione tra i comunicanti. 

FARSI PROSSIMO… FARSI IN QUATTRO (SE SERVE)

L’importanza di formarsi e dialogare “anche tra addetti ai lavori”.
Fare rete, relazionarsi e condividere i passi che si stanno facendo, mettendo vicendevolmente a disposizione quanto si cura in prima persona: comunicazione istituzionale, prossimità e cultura del territorio non più realtà “separate in casa”, ma legate dal valore di sussidiarietà sempre più irrinunciabile. 

PAGINE INASPETTATE: I LUOGHI E LE SALE DELLA COMUNITÀ 

In conclusione, ci siamo raccontati un pagina inaspettata: io vivo il mio servizio pastorale come prete a Padova nell’ambito della comunicazione, presso il Battistero del Duomo di Padova (sito Unesco  - percorso “Padova Urbs picta”) e in una Sala della Comunità (Cinema Esperia a Padova).

I numeri delle presenze di questo ultimo anno e mezzo, hanno dell’incredibile… con sempre più richieste, soprattutto per incontri culturali e percorsi che, attraverso arte, cultura e cinema, sappiano far incontrare, proporre, raccontare, emozionare, confrontarsi sui valori umani e cristiani.

Semplificando potremmo quasi dire: meno prediche e discorsi, più ascolto e condivisione, meno percezione di essere giudicati e più desiderio di essere accompagnati.

Non ci sono confini o limiti: davanti ad un giovane delle classi superiori che si emoziona davanti alla bellezza un affresco del ‘300, come anche una coppia di anziani che si meraviglia per la sensibilità delle persone per un documentario prodotto in Tagikistan… siamo proprio sicuri di avere chiara l’idea di bellezza?

E tutte queste persone (non sappiamo se siano di chiesa) hanno citato qualcuno si superiore che ha donato dei talenti unici, che ha fatto nascere sensibilità bellissime… 

Non c’è da avere paura nella comunicazione,

finché “il cuore non ci rimprovera nulla”…
1^ Lettera di Giovanni 3,19

come anche non c’è da stancarsi di cercare, vedere e ascoltare tra le pieghe dell’umanità, finché avrà gusto e talento per comunicare, incontrare, emozionarsi ed emozionare.