card. Zuppi: non è possibile vivere senza l’altro

Quali sono le cause dell’«odio crescente» che attraversa la nostra società?
Il Card. Matteo Zuppi ne individua due, tra loro strettamente connesse.
In primo luogo, la paura.
Essa affonda le sue radici nella percezione dell’altro come concorrente, come ostacolo o addirittura come potenziale nemico. Una paura alimentata dalle diverse forme di violenza (anche verbale) che ci circondano, ma pure volutamente amplificata da chi cerca di usarla per i propri interessi.
La seconda causa è l’ignoranza dell’altro che, attraverso un uso spregiudicato dei mezzi di comunicazione, «viene costruito, descritto e denigrato ai nostri occhi» come presenza minacciosa da cui guardarsi e da cui difendersi.
Di fronte all’andazzo attuale è indispensabile creare spazi di incontro e di dialogo, dare vita a legami di solidarietà, porre gesti di fraternità. In questa prospettiva risulta determinante tenere vivo il riferimento a Gesù e al suo stile relazionale.
Se esiste la fabbrica dell’odio (e c’è sicuramente, quando c’è la guerra) deve esistere anche un’altra fabbrica, quella in cui si costruisce la consapevolezza che non è possibile vivere senza l’altro».
Lavorare per promuovere la fraternità è dunque possibile. Tutti, a qualunque credo appartengano, sono chiamati ad aprire varchi alla riconciliazione. Il cristiano, da parte sua, «crede con particolare energia, come un valore irrinunciabile, che apparteniamo a una sola famiglia.
Da qui scaturisce la capacità di non fuggire davanti ai drammi, di non avere paura del conflitto, dell’alterità, di vedere oltre l’apparenza dell’altro, e di non rinunciare a guardare per paura di vedere e rimanere coinvolti».
#ChiesaeComumicazione
#ChiesaonLife

brani tratti da:
Odierai il prossimo tuo.
Perché abbiamo dimenticato la fraternità. Riflessioni sulle paure del tempo presente
Matteo Maria Zuppi con Lorenzo Fazzini
Piemme, Milano 2019