Card. Zuppi, presidente della Cei: un uomo solo non fa primavera

Decide tutto il Papa?
Alibi, autoreferenzialità e memoria corta.

Se la Cei avesse cambiato il proprio statuto, come sollecitato più volte da Papa Francesco, in modo da eleggere direttamente il proprio presidente (come tutte le Conferenze Episcopali nel mondo) oggi non ci sarebbe bisogno di altre indicazioni da parte del Papa.

Decidere di non decidere è il grande problema, che rende la Cei poco vicina alle necessità reali e poco comunicativa.

Un immobilismo e una poca sintonia con il Papa (insieme alla mancanza della riforma e riorganizzazione delle Diocesi in Italia) che le si è riportata contro: la scelta della terna da presentare perchè il Papa scelga è un compromesso, una specie di foglia di fico: mascherarsi dietro al Papa "primate d'Italia" (che non esiste) alla fine ha dato vita alla necessità di una Cei che ha bisogno di un tutor... perchè non ha voluto imparare a camminare.

Sarà ora importante vedere la scelta del Segretario Generale e il lavoro delle Commissioni.

Sono convinto di una cosa:
un uomo solo, alla Cei come in Vaticano, non fa sistema e avrà sempre difficoltà. Dobbiamo fare un salto di qualità e un cambio di mentalità, partendo fal basso: puntare sulla cultura e lo stile sinodale (che non è organizzare convegni) ma camminare insieme, senza mugugni perchè qualcuno ci prende per mano per farci uscire.

Rileggendo approfondendo la situazione odierna, vengono da fare alcune considerazioni.

L’intenzione del Santo Padre consiste nell’affidare la carica a qualcuno che abbia la forza e la determinazione di avviare una profonda riforma della Chiesa, nonostante tutte le difficoltà insite nel compito. A questo proposito, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il 3 maggio 2022, Papa Francesco ha dichiarato: “Io cerco di trovarne uno che voglia fare un bel cambiamento. Preferisco che sia un cardinale, che sia autorevole e abbia meno di 75 anni”.

Come funziona la votazione e cosa prevede lo Statuto della Conferenza episcopale

Per quanto riguarda la scelta del presidente della Cei, la carica era abitualmente scelta da Pontefice sino alla modifica introdotta il 23 maggio 2017.

Pertanto, al primo comma dell’articolo 26 dello Statuto della Conferenza episcopale italiana in vigore dal 2014, è possibile leggere quanto segue:
In considerazione dei particolari vincoli dell’episcopato d’Italia con il Papa, vescovo di Roma, la nomina del presidente della Conferenza è riservata al Sommo Pontefice, su proposta dell’Assemblea generale che elegge, a maggioranza assoluta, una terna di vescovi diocesani.

La modifica introduce due cambiamenti: il primo riguarda il fatto che i vescovi italiani sono chiamati a votare e stilare una lista di tre nomi da proporre al Papa mentre la seconda è che possono essere eletti solo i “vescovi diocesani”. Sono esclusi gli ausiliari e il vicario generale del Santo Padre per la diocesi di Roma.

▶️ fonte:
https://www.lanotiziagiornale.it/nuovo-presidente-cei-oggi-il-voto-sulla-terna-come-funziona-e-chi-sono-i-candidati/

Una eredità davvero pesante, quella del Presidente della Cei, alla luce del "Risiko ecclesiale" degli ultimi decenni e del fatto che figure come il Card. Martini siano state tenute ai margini, preferendo altre figure che hanno fatto scelte e puntato su strategie che io trovo quantomeno da rivedere. Spero solo che questo passato non schiacci i protagonisti di oggi.
Una missione non semplice, verso la quale va l'interesse e la preghiera, spero di tutti.

Sogno una Chiesa
in cui tutti si sentiamo amati
Card. Matteo Maria Zuppi