comunicare: il duro lavoro di essere ponti
pensieri (vecchia scuola)
pre laurea:
sono rimasto indietro... nella comuniazione, penso sempre alla logica del ponte: una vocazione davvero dura.
Abituato a consumare le scarpe per una comunicazione che sia "prossima" alla vita reale, mi pongo il problema delle scorciatoie o dei giri larghi che producono ben poco.
L'essenzialità di essere strumento, di accompagnare e mettersi al servizio: non sempre riesco a cogliere scelte e comprtamenti mirati a produrre, ad arrivare, spesso a qualsiasi costo.
Se quello che è importante è "che io arrivi", senza quardare altro (neanche la strada che faccio), il più in fretta e a minor costo possibile (scavalcando tutto e tutti, non riconoscendo valore a niente, facendo pagare il prezzo ad altri)... se questa è la logica, chi mai, arrivato alla mèta, andrà a ringraziare un ponte per quello che ha significato per lui, per cosa lo ha aiutato a fare?
Farsi passare sopra, lasciarsi attraversare, quasi scomparire.
Permettere di unire due punti, vedere opportunità nuove, dove tutti vedevano solo vuoto.
Dare una direzione, mettere in relazione e lasciar liberi di muoversi in ogni senso di marcia.
Forse non sarò mai leader, apparire mi viene difficile: provo molta gioia nel cercare di essere solido e preparato, per cercare di donare agli altri il gusto e la passione di conoscere, aprezzare, sorprendersi.
Strani pensieri (forse) davanti a una Laurea... ma avevo una parte di me da ringraziare, per essere arrivato fin qui.
![](https://static.xx.fbcdn.net/images/emoji.php/v9/t89/1/16/1f463.png)
#gotograduate
![Potrebbe essere unimmagine raffigurante montagna e natura](https://scontent.fmxp12-1.fna.fbcdn.net/v/t39.30808-6/293777840_3305479603022427_4608615949161817900_n.jpg?_nc_cat=109&ccb=1-7&_nc_sid=730e14&_nc_ohc=lLPCTKY5STMAX98D2ni&_nc_ht=scontent.fmxp12-1.fna&oh=00_AT8mXMO3zq89sjtKP7jZoylQW9faLCdK-GqWODdzbiLKsw&oe=62D77FBA)
11Maria Luisa Vettorato, Eugenio Salmaso e altri 9
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sono rimasto indietro... nella comuniazione, penso sempre alla logica del ponte: una vocazione davvero dura.
Abituato a consumare le scarpe per una comunicazione che sia "prossima" alla vita reale, mi pongo il problema delle scorciatoie o dei giri larghi che producono ben poco.
L'essenzialità di essere strumento, di accompagnare e mettersi al servizio: non sempre riesco a cogliere scelte e comprtamenti mirati a produrre, ad arrivare, spesso a qualsiasi costo.
Se quello che è importante è "che io arrivi", senza quardare altro (neanche la strada che faccio), il più in fretta e a minor costo possibile (scavalcando tutto e tutti, non riconoscendo valore a niente, facendo pagare il prezzo ad altri)... se questa è la logica, chi mai, arrivato alla mèta, andrà a ringraziare un ponte per quello che ha significato per lui, per cosa lo ha aiutato a fare?
Farsi passare sopra, lasciarsi attraversare, quasi scomparire.
Permettere di unire due punti, vedere opportunità nuove, dove tutti vedevano solo vuoto.
Dare una direzione, mettere in relazione e lasciar liberi di muoversi in ogni senso di marcia.
Forse non sarò mai leader, apparire mi viene difficile: provo molta gioia nel cercare di essere solido e preparato, per cercare di donare agli altri il gusto e la passione di conoscere, aprezzare, sorprendersi.
Strani pensieri (forse) davanti a una Laurea... ma avevo una parte di me da ringraziare, per essere arrivato fin qui.
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11Maria Luisa Vettorato, Eugenio Salmaso e altri 9