comunicare: il duro lavoro di essere ponti

pensieri (vecchia scuola) pre laurea:
sono rimasto indietro... nella comuniazione, penso sempre alla logica del ponte: una vocazione davvero dura.
Abituato a consumare le scarpe per una comunicazione che sia "prossima" alla vita reale, mi pongo il problema delle scorciatoie o dei giri larghi che producono ben poco.

L'essenzialità di essere strumento, di accompagnare e mettersi al servizio: non sempre riesco a cogliere scelte e comprtamenti mirati a produrre, ad arrivare, spesso a qualsiasi costo.

Se quello che è importante è "che io arrivi", senza quardare altro (neanche la strada che faccio), il più in fretta e a minor costo possibile (scavalcando tutto e tutti, non riconoscendo valore a niente, facendo pagare il prezzo ad altri)... se questa è la logica, chi mai, arrivato alla mèta, andrà a ringraziare un ponte per quello che ha significato per lui, per cosa lo ha aiutato a fare?

Farsi passare sopra, lasciarsi attraversare, quasi scomparire.
Permettere di unire due punti, vedere opportunità nuove, dove tutti vedevano solo vuoto.
Dare una direzione, mettere in relazione e lasciar liberi di muoversi in ogni senso di marcia.

Forse non sarò mai leader, apparire mi viene difficile: provo molta gioia nel cercare di essere solido e preparato, per cercare di donare agli altri il gusto e la passione di conoscere, aprezzare, sorprendersi.
Strani pensieri (forse) davanti a una Laurea... ma avevo una parte di me da ringraziare, per essere arrivato fin qui.

#gotograduate





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11Maria Luisa Vettorato, Eugenio Salmaso e altri 9