la Bibbia e il giornale

Leggere, educarci e raccontare la realtà alla luce dei valori cristiani: tra storia e presente, fare anche un passo indietro, per vedere meglio le cose.
Fin da giovane, sono cresciuto confrontandomi con un notevole bisogno di dialogo e crescita culturale, focalizzando i miei interessi su storia, attualità, valori e vissuto quotidiano.
La sintesi di pensiero a cui ho sempre fatto riferimento, è stata quella della bibbia e del giornale a cui guardare contestualmente: ritrovare tra le righe del Concilio Vaticano II e nelle parole di Papa Paolo VI l'espressione "Chiesa: esperta di umanità".
Per me è stata una folgorazione a cui mi sono sempre rifatto.
In questi giorni di guerra, confesso una profonda difficoltà a coltivare queste scelte: odio la guerra, senza se e senza ma.
E mi rendo conto di avere poca voglia di dialogare, anche intellettualmente, con chi fa violenza, avendo messo se stesso prima di ogni regola. Potrei indubbiamente aver molte motivazioni a mio favore: difendere le mie ragioni, come pure non voler sentire altre ragioni.
Finirei con banalizzare il male: avrei deciso che per me questo non sarebbe il male.
Come raccontare "altre storie" (senza che siano una fuga) se non percorro personalmente "altre vie"? La mia coscienza di cristiano mi suggerirebbe verbi come vedere, ascoltare, dialogare, incontrare, riconciliare, perdonare... ho bisogno di ripassare i verbi, di situazioni e "full immersion" con le quali esercitarmi.
«Pace, per usare un'immagine, è un'acqua che viene da lontano: l'unica in grado di dissetare la terra; l'unica capace di placare l'incoercibile bisogno di felicità sepolto nel nostro inquieto cuore di uomini. Prendiamo coscienza che i cuori disposti al perdono e alla comunione sono l'unica miniera da cui si estrae la materia prima della Pace, senza la quale anche le più autorevoli Cancellerie diplomatiche potranno offrirci solo ambigue sofisticazioni e sterili surrogati»
(don Tonino Bello)