la Rete che mondo è? Chiediamolo ai giovani...

Testo tratto da 

Vera Gheno e Bruno Mastroianni, Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello, Longanesi, Milano, 2018, pp. 75-78.

«Vivere in un mondo iperconnesso comporta che ogni persona abbia, di fatto, una specie di identità aumentata: occorre imparare a gestirsi non solo nella vita reale, ma anche in quella virtuale, senza soluzione di continuità. In presenza di un’autopercezione non perfettamente delineata, o magari di un’autostima traballante, stare in rete può diventare un vero problema: le notizie negative, gli insulti e così via colpiranno ancora più nell’intimo, tanto più spaventosi quanto più percepiti (a ragione) come indelebili. Nonostante questo, la soluzione non è per forza stare fuori dai social network. […] Ognuno di noi ha la libertà di narrare di sé solo ciò che sceglie. Non occorre condividere tutto, e non occorre condividere troppo. […]

Quando postiamo su Facebook o su Instagram una foto mentre siamo al mare, in costume, pensandola per i nostri amici, quella stessa foto domani potrebbe finire in un contesto diverso, ad esempio un colloquio di lavoro formale, durante il quale il nostro selezionatore, oltre al curriculum da noi preparato per l’occasione, sta controllando sul web chi siamo davvero.

Con le parole l’effetto è ancora più potente. Se in famiglia e tra amici, a volte, usiamo espressioni forti come parolacce o termini gergali o dialettali, le stesse usate online potrebbero capitare sotto gli occhi di interlocutori per nulla familiari o intimi. Con l’aggravante che rimarranno scritte e saranno facilmente riproducibili e leggibili da moltitudini incontrollabili di persone.

In sintesi: tutti abbiamo bisogno di riconfigurare il nostro modo di presentare noi stessi in uno scenario fortemente iperconnesso e interconnesso, il che vuol dire che certe competenze di comunicazione, che un tempo spettavano soprattutto a certi addetti ai lavori, oggi devono diventare patrimonio del cittadino comune che vive tra offline e online.»

In questo stralcio del loro saggio Tienilo acceso, gli autori discutono dei rischi della rete, soprattutto in materia di web reputation. Nel tuo percorso di studi hai avuto modo di affrontare queste tematiche e di riflettere sulle potenzialità e sui rischi del mondo iperconnesso? Quali sono le tue riflessioni su questo tema così centrale nella società attuale e non solo per i giovani? Argomenta il tuo punto di vista anche in riferimento alla cittadinanza digitale, sulla base delle tue  esperienze, delle tue abitudini comunicative e della tua sensibilità. Puoi articolare il tuo elaborato in paragrafi opportunamente titolati e presentarlo con un titolo complessivo che ne esprima sinteticamente il contenuto.




Tra le tracce della prima prova dell'esame di maturità che riguardano l'attualità (Tipologia C) ce n'è anche una il cui tema è l'iperconnessione in rete a partire dal libro "Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi, senza spegnere il cervello" di Vera Gheno e Bruno Mastroianni pubblicato da Longanesi. È a partire da un brano scelto che si chiede al candidato di riflettere sulle potenzialità e i rischi di un mondo sempre più iperconnessi facendo riferimento anche alla cittadinanza digitale.

Chi sono Vera Gheno e Bruno Mastroianni

Vera Gheno è una delle linguiste italiane contemporanee più note, attivissima per tutto ciò che riguarda il linguaggio, mentre Bruno Mastroianni è un filosofo che studia in particolare il mondo della comunicazione e del linguaggio. E proprio il linguaggio, anzi i linguaggi sono al centro di questo saggio che Longanesi ha pubblicato nel 2018 in cui si cerca di analizzare, appunto, uno stato ormai caratteristico della contemporaneità, ovvero quella dell'iperconnessione, cercando di analizzare non solo la questione dell'utilizzo tecnico del mezzo, dei social network, ma anche l'importanza del linguaggio e delle regole che esistono e bisogna seguire per una comunicazione che rischia di esondare in bullismo e hating.

Di cosa parla il libro "Tienilo acceso"

L'importanza di comunicare senza spegnere il cervello è il centro del discorso di Gheno e Mastroianni che sottolineano l'importanza delle "questioni tecnologiche legate al funzionamento degli algoritmi e alla tutela della privacy sui nostri dati" e di un apparato legislativo che punisca la violenza ma anche ma soprattutto, dicono i due studiosi "occorre anche che l’essere umano continui a essere, appunto, umano". Bisogna porsi domande, bisogna essere parte attiva dell'alfabetizzazione digitale, comprenderne i meccanismi, capire che dietro i social, i post, le foto ci sono persone e che bisogna partire non da un'azione collettiva, ma inizialmente da un'attività individuale, un lavoro su noi stessi prima che sugli altri.

E proprio nell'introduzione al libro Gheno e Mastroianni spiegano cosa può fare ciascuno di noi, cosa significa essere più umani: "Significa, ad esempio, scegliere spesso il silenzio invece del commento becero che abbiamo sulla punta della lingua. Significa riflettere bene, prima di scrivere. Significa anche subire molte umiliazioni, prima tra tutte quella di scoprire di non sapere, quando invece credevamo il contrario. Non è facile, perché parte tutto da noi stessi. È un coltivare capacità che, alla fin fine, chi più chi meno, abbiamo tutti, in qualità di esseri umani dotati di un cervello. Ed è tutto fuorché buonismo".

L'iperconnessione e i social ci hanno reso tutti dei personaggi pubblici, persone che parlano a un pubblico più o meno ampio e questo comporta una responsabilità maggiore e anche una maggiore capacità di gestire errori e stress. Come dicono i due studiosi in un'intervista a Il Libraio: "Occorre lavorare sul significato che diamo a ciò che facciamo sempre, perché la connessione ci ha reso tutti dei piccoli personaggi pubblici con una certa visibilità. È giunto il momento di imparare a gestire questa dimensione pubblica aumentata non solo difendendosi da possibili errori, ma costruendo un racconto di sé online che migliori la nostra vita relazionale e sociale".

Il testo di Tienilo acceso alla Maturità 2022

"Vivere in un mondo iperconnesso comporta che ogni persona abbia, di fatto, una specie di identita? aumentata: occorre imparare a gestirsi non solo nella vita reale, ma anche in quella virtuale, senza soluzione di continuita?. In presenza di un'autopercezione non perfettamente delineata, o magari di un'autostima traballante, stare in  rete puo? diventare un vero problema: le notizie negative, gli insulti e cosi? via colpiranno ancora piu? nell'intimo, tanto piu? spaventosi quanto piu? percepiti (a ragione) come indelebili. Nonostante questo, la soluzione non e? per forza stare fuori dai social network. […] Ognuno di noi ha la liberta? di narrare di se? solo cio? che sceglie. Non occorre condividere tutto, e non occorre condividere troppo. […]





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