preti on the road: fare strada, gruppo

Non ci siamo fermati mai: come preti non c'è solo il fare (che magari ti succhia tutte le energie),
ma non di meno c'è il relazionarsi tra noi.
L'esperienza dei preti del Vicariato del Conselvano, e una piccola tradizione consolidata: ritrovarci insieme alcuni giorni e condividere qualcosa di bello
Bello come la fede, l'arte, la cultura, le città italiane con le loro comunità, i loro volti e le loro storie. Viaggeremo con un pulmino da 9 posti + un’auto in toltale saremo in 11 persone.

Destinazione 2022: Lucca e Pistoia
(quest'ultima anche grazie alla bellissima ospitalità vissuta dai nostri giovani, nel Campo dell'Agosto 2021).

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Lucca

Campo base: la Casa diocesana “Mons. E. Bartoletti”.
Sentiamo molto il bisogno di "staccare" e arricchirci: dandoci tempo per pregare, vedere ascoltare e ascoltarci.
Abbiamo messo in programma: la Visita guidata al Duomo di S. Martino (a cura dell’Uff. Diocesano) e poi il ritrovo alla Porta S. Pietro (esterno mura urbane) per la Visita guidata alla Città (2 ore circa) a cura del Consorzio Guide “TurisLucca”.
Anche farci guidare dalla professionalità e dalla conoscenza del territorio, insieme al "dare lavoro", sono valori che abbiamo sempre cercato di coltivare.

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Pistoia

Visita alla chiesa di San Bartolomeo con don Luca Carlesi (parroco della Cattedrale) che ha ha srudiato Liturgia da noi a Padova. Inoltre la visita a San Bartolomeo, al pulpito di S. Andrea, capolavoro di Giovanni Pisano, visita alla Cattedrale al Battistero e alla cappella della reliquia di San Giacomo.
Momento conviviale alla fine delle due giornate, nel chiostro della Canonica della Cattedrale, assieme a don Luca Carlesi.

Con i giovani è nato ani fa il nuovo termine di "farnienterie"... anche un po' provocatorio: il fare viene messo in secondo piano (e non è facile): puntiamo e coltiviamo quello che vogliamo essere.

Ripensando anche alle ultime esperienze di "preti on the road", abbiamo avuto modo negli anni scorsi di apprezzare il tema dei "verbi del Prete", grazie alla testimonianza di don Davide Caldirola e don Antonio Torresin, preti di Milano.
Predicare e confessare, ascoltare e benedire, pregare e studiare, accogliere e amministrare. Sono solo alcuni dei verbi che accompagnano i gesti e le azioni che i preti compiono abitualmente dando forma al loro stile presbiterale.
Uno stile da approfondire con passione e intelligenza pastorale, attraverso i frammenti di vita quotidianariflessioni sulla qualità evangelica del ministero, sulla formazione permanente... con il preciso avvertimento che "non ha senso che esista una garanzia del ruolo sociale:  non serve più e non è più raggiungibile".
Non siamo dei privilegiati.
Fare i conti con i propri limiti e le proprie possibilità, con i propri difetti e i propri pregi, costituisce un esercizio necessario per un prete, come per ogni uomo, perché "nessuno dei compiti a cui il sacerdote è chiamato esige una impossibile perfezione". Le comunità pretendono molto, ma non l'assenza di errori, e soprattutto sanno riconoscere e apprezzare parole e comportamenti autentici.

Sicuramente non è facendo finta di niente o che vada tutto bene, che le cose andranno veramente bene e che noi stiamo bene. Abbiamo tanta strada ancora da fare: stiamo cercando, comunque, la direzione giusta.